Uomo politico afghano. Figlio e nipote di membri della classe dirigente durante la monarchia di
Mohammad Zahir Shah, crebbe in un piccolo centro alle porte di Kandahar. Di
etnia pashtun, dal 1979 al 1983 seguì i corsi alla facoltà di Scienze politiche
dell'università di Shimla, in India. Sostenitore, anche dal punto di vista finanziario,
della rivolta dei Mujaedin contro i Sovietici, trascorse gran parte degli anni
Ottanta negli Stati Uniti, ritornando in patria dopo la cacciata delle truppe
di Mosca, avvenuta nel 1989. Nel 1992 accettò di entrare nel Governo di
Burhanuddin Rabbani in qualità di vice ministro degli Esteri. Inizialmente
sostenitore dei talebani, che gli avevano offerto il posto di ambasciatore
all'ONU (da lui rifiutato), si allontanò dalle loro posizioni, troppo legate a
quelle del vicino Pakistan. Nel 1999 ruppe con il leader talebano Mullah Omar,
dopo che un commando, probabilmente fedele al Governo integralista, aveva
portato a termine l'omicidio di suo padre nella città di Quetta. Da quel
momento
K. lavorò per il rovesciamento del regime talebano e, dopo l'attacco
terroristico alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, collaborò anche con i
servizi segreti statunitensi. Nel dicembre 2001, iniziata la fase di
transizione post-talebana, fu nominato capo del Governo provvisorio afghano.
Eletto presidente dell'Afghanistan nel giugno 2002, fu riconfermato alle prime
consultazioni democratiche del Paese che si svolsero nell'ottobre 2004 (n.
Karz, Kandahar 1957).